Andrew Verity, il creatore del Neuro-Training, colui che ha sempre donato il suo genio e stacanovismo al benessere di più persone possibile, se n’è andato, in maniera cruda e inaspettata, il 9 Febbraio scorso.

Lascia un’eredità immensa, strumenti di una potenza quasi incredibile per sostenere l’evoluzione autentica delle persone.

La mia avventura con il Neuro-Training è cominciata nel 2010 e allora Andrew Verity (no, non è uno pseudonimo, è il suo vero nome!) era ai miei occhi una specie di mostro sacro cui dovevo gli strumenti che stavo imparando a utilizzare. Dal 2014 ho avuto il privilegio di seguirlo da vicino. Infatti da quell’anno, Andrew ha iniziato a viaggiare regolarmente in Italia, dedicandoci giorni e giorni trasmettendoci conoscenze, intuizioni, esperienza, risultati delle sue ricerche, procedure e strumenti, con pazienza, generosità, passione, senza mai risparmiarsi. A volte l’ho rincorso in altri Paesi d’Europa. Molto spesso negli ultimi anni ero io a fargli da interprete, familiarizzando con il suo accento australiano (e traducendo i suoi mille jokes!) interiorizzando così ancor più i suoi insegnamenti.

Ogni workshop con Andrew era una festa, una festa dell’Anima, della Mente, del Cuore.

 

Quattro, sei, otto giorni non erano nulla, perché lo avremmo ascoltato senza fermarci né stancarci, perché ogni millimetro dei suoi insegnamenti era intriso di significato, spunti per chiarire sempre più la realtà del funzionamento dell’essere umano e gli strumenti più sofisticati per supportarlo nella sua massima espressione.

Sempre con un unico faro: quello di spronare la conoscenza, la consapevolezza di come possiamo come esseri umani non solo coltivare la salute fisica, ma soprattutto manifestarci nel nostro splendore, divenendo i creatori della nostra realtà, e non “un sintomo del proprio passato”, come diceva spesso.

La notizia della sua morte improvvisa per me è stata come una pugnalata, seguita da calde lacrime.

A distanza di qualche giorno, quello che si fa sentire con forza in me è la responsabilità di trasmettere e costruire sulla sua eredità, condividendo i risultati dei suoi 45 anni di ricerca a beneficio di tante persone, con la sua stessa passione. Continuando a lavorare con i colleghi per tenere vivo questo fuoco.

 

 

So di essere stata benedetta ad averlo incontrato sulla mia strada. So che tutti i miei colleghi e colleghe condividono questo sentire, nessuno escluso.

Basta leggere questi omaggi per capire quanto fosse amato e stimato.

Alessia