Franco Berrino e alimentazione: quali sono i cibi che ci amano?

You say “I like this food”, but are you sure that this food likes you back? (Dr. Daniel Amen)

Ci sono molti libri sul cibo, probabilmente troppi, ma se vuoi prendere in mano la tua salute e smetterla di demandarne la responsabilità ad estranei, consiglio la lettura del manuale di Franco Berrino, “Il cibo dell’Uomo”.

Si parla sempre troppo di alimentazione e di “cosa si dovrebbe mangiare”, “cosa fa bene” ma soprattutto “cosa fa male”. Siamo spesso accompagnati da un leggero senso di colpa quando mangiamo cibi che sappiamo nocivi ma che “ci piacciono”.

È un tema importantissimo per tutti noi, perché quello che mangiamo ci forgia ma anche, a volte, costituisce compensazione per un nutrimento emotivo che fa difetto.

È anche un tema che personalmente ho sempre sentito molto, forse proprio perché sapevo di avere delle dipendenze alimentari, che mi porto dietro ancora oggi, a 47 anni suonati. L’ho vissuto fin dalla prima infanzia, con mia nonna che, ora mi rendo conto, era un po’ fissata come me (ops, sono io che sono fissata come lei).

Mi preparava accuratamente i cibi migliori, non potendo controllare cosa mangiavo quando andavo a trovare i miei cugini e sfogavo il mio desiderio di biscotti e merendine.

È così bello prendersi cura del fisico e della mente con cibo vero e nutriente, sentirsi meglio e avere più energia. Perché è così difficile farlo?

Yogi Bhajan diceva che ci sono due tipi di cibo: i cibi di nutrimento, che contribuiscono a costruire i mattoncini del nostro sistema, e i cibi di sostegno, che ci “curano”, come farmaci ante litteram. Per soddisfare la curiosità, i secondi per lui erano per esempio le “trinity roots” (aglio, cipolla e zenzero), e poi la curcuma.

Per completare questa classificazione secondo il panorama attuale, dico che ci sono i cibi di nutrimento, i cibi di sostegno e i cibi da dipendenza.

Cibi cioè che non nutrono né sostengono, anzi nuocciono al sistema, ma “ci piacciono” un sacco. Tra questi annoveriamo lo zucchero raffinato (di barbabietola o di canna che sia), i “junk food” (patatine, snacks, bibite gassate, cibi con eccesso di zucchero o grassi saturi, coloranti e conservanti). Spesso studiati per portare a dipendenza, secondo sofisticate formule matematiche.

E non entro nel merito del sovrabbondante consumo di proteine animali e dell’industria dell’allevamento dei mammiferi ad uso e consumo esclusivo di noi mammiferi “superiori”. A questo riguardo lascio la parola a Michel Faber e il suo stupendo romanzo “Sotto la pelle”, che consiglio sempre a tutti.

Il nostro errore è comportarci come animali inferiori, pensando di essere superiori (Mahatma Gandhi)

Purtroppo i cibi da dipendenza costituiscono ormai la base dell’alimentazione nei paesi occidentali (il problema è particolarmente grave negli U.S.A.). Questo fa sì che stiamo perdendo salute e di conseguenza potere come persone, come fa notare il Prof. Daniel Amen in questa recente intervista. Negli USA, ricorda il Dr. Amen, il 70% dei candidati vengono rifiutati nell’esercito a causa del loro stato di salute. È in gioco una “questione di sicurezza”.

Ritornando al libro di Franco Berrino, se non hai intenzione di leggerlo tutto, anche solo la prefazione vale la pena di essere letta. In tre pagine, il prof. Berrino, oncologo di esperienza prima che di fama, racconta le cose come stanno, distinguendo bene fra prevenzione vera, che passa attraverso cibo e stile di vita, e diagnosi precoci.

La gente ha potere ed è tempo che lo eserciti (…). Noi stessi siamo gli artefici della nostra salute (…). Decisamente dovremo cavarcela da soli. (Franco Berrino)

Ci ricorda, facendo anche riferimenti biblici (una fonte storica e antropologica importantissima sulla natura dell’uomo, del suo cibo e del suo posto nel mondo), come cereali integrali, legumi, semi oleosi, verdure e occasionalmente cibo animale offrano una perfetta combinazione alimentare. Sottolinea come gli stessi medici, ricchissimi di conoscenze biologiche e farmacologiche, sottovalutino una corretta cultura in fatto di nutrizione.

E’ stato dimostrato che le malattie tipiche dei paesi ricchi (obesità, arteriosclerosi, diabete, ipertensione, cancro)  sono direttamente correlate all’abuso di proteine animali, farine e zuccheri troppo raffinati. Spiega come spesso le raccomandazioni degli stessi medici in fatto di dieta siano basate su vecchi pregiudizi non sostenuti da evidenze scientifiche (come ad esempio aumentare il consumo di latticini per sopperire alla mancanza di calcio, o di carne rossa per il ferro).

Ci offre anche un decalogo della buona salute:

  • Mantenersi snelli per tutta la vita
  • Essere fisicamente attivi, quotidianamente
  • Limitare i cibi molto calorici ed evitare le bevande zuccherate
  • Basare la propria alimentazione su cibi di provenienza vegetale, possibilmente integrali
  • Limitare le carni rosse ed evitare le carni conservate
  • Limitare il consumo di bevande alcoliche
  • Limitare il consumo di sale
  • Mantenere la varietà della dieta
  • Allattare i bambini al seno almeno 6 mesi
  • Non fare uso di tabacco

Per proseguire con un distillato dei contenuti delle sue conferenze, tutti molto interessanti e rigorosamente circostanziati da evidenze scientifiche recenti.

Per concludere con un mio consiglio personale, l’approccio che personalmente amo è quello che consiglia di aumentare consistentemente il consumo di verdure, legumi e cereali integrali, semplicemente aggiungendoli e alternandoli con la propria dieta abituale.

Gradualmente, l’alimentazione si avvicinerà all’equilibrio consigliato tra cibi acidi e basici (che dovrebbero essere in rapporto 20/80), che garantisce una buona salute.

Alessia Tanzi