Mentre stiamo passando sperabilmente alle fasi meno dure delle restrizioni, assicuriamoci di aver iniziato a cogliere l’insegnamento che questa crisi ci sta regalando. Il virus sarà superato, come tutti i virus, ma non avremo vinto la partita se torneremo a vivere e lavorare come prima (anzi, peggio di prima se consideriamo le regole che potrebbero accompagnare la nostra vita). Il virus è un punto di svolta, ma sta a noi determinare se verso un mondo nettamente migliore (più comunità, garanzie, trasparenza, unità e collaborazione, equità, prosperità, responsabilità, rispetto per l’ambiente e le persone) o peggiore (più soprusi, povertà, diseguaglianze e separazione, debolezza, impotenza, aggressività, insicurezza…).

Le 5+1 C della trasformazione

Mi permetto di prendere a prestito le 5 C insegnate dal Maestro Yogi Bhajan – ritengo che siano più che mai azzeccate per guidarci in questo processo di trasformazione profonda, e di aggiungerne una.

  1. Calibro, che ci permette di onorare gli impegni.
  2. Carattere, che ci sostiene
  3. Consapevolezza, che ci dà il portamento
  4. Coraggio, che ci porta onore
  5. Commitment (impegno), che genera fiducia
  6. Comunità, che ci motiva

Ho aggiunto quest’ultima perché penso che la motivazione più potente in questo viaggio possa solo essere il “bene comune”, una dimensione comunitaria e umana che trascenda i nostri piccoli e limitanti interessi personali.

Una nota sul Coraggio

L’occasione è unica per affrontare e superare la paura della morte, proprio quella che tanti ritengono responsabile di innumerevoli vite non veramente vissute. La paura della morte annichilisce, ci rende aggressivi e sospettosi verso il nostro prossimo, ci costringe a vivere in “difesa”, privandoci di qualsiasi spinta espansiva, espressiva e creativa. Ma affrontarla ci connette con la vita, ci porta al risveglio dal sonno.

Pensare alla morte è una delle cose che ci rende più vivi (Salvatore Brizzi)

Lo sapevamo già, prima di questa crisi, che potevamo morire. Ma evidentemente questa semplice minaccia di morte percepita come più prossima ha risvegliato quell’atavica paura, seminato terrore, sbaragliato anche la più fondamentale capacità di discernimento.

“Nel peggiore veleno risiede anche l’antidoto più prezioso”

Non possiamo vivere veramente la vita se non abbiamo superato la paura della morte. Quella vita, se la paura è così travolgente, era solo un pallido riflesso di cosa l’esistenza può significare e regalarci. Allora ecco che un rinnovato coraggio diventa l’antidoto e il faro che ci guida.

“la morte è uno dei migliori consulenti per la vita” (Ana Rhodes)

Vinceremo tutti, oppure non vincerà nessuno

Avremo vinto se la crisi l’avremo superata tutti, non solo qualche eletto. La dimensione comunitaria è diventata d’un tratto, in questa esperienza, preponderante. Tutto ciò mentre eravamo fisicamente distanziati. Paradossale vero? Non possiamo più preoccuparci solo del nostro piccolo o grande giardino, il nostro benessere (o malessere) è intimamente collegato a quello degli altri, in senso allargato: famiglia, comunità, società, popolazione mondiale.

Una meditazione per supportarti in questo processo di risveglio

La meditazione Kundalini è uno degli strumenti più efficaci per supportarci nei periodi di crisi e trasformazione. In particolare ti propongo questa breve serie insegnata qui dal Maestro Ram Rattan Singh che serve per rilasciare le paure del subconscio. Da praticare tutti giorni per 40 giorni.

 

Alessia Tanzi, consulente in strategia aziendale ed esperta di pratiche meditative e di sviluppo della consapevolezza, allena i manager ad integrare queste tecniche nella gestione quotidiana del business. E’ la fondatrice di Yoga-Coaching, impresa che supporta i manager attraverso discipline innovative.