Sitting is the new smoking: come la sedentarietà influenza il cervello

Condurre una vita sedentaria può velocizzare l’impoverimento dell’attività cerebrale, affermano gli scienziati in un recentissimo studio pubblicato su Plos One.

Usando la risonanza magnetica, è stato evidenziato un assottigliamento del lobo temporale mediale (MLT), responsabile tra l’altro del funzionamento della memoria a lungo termine.

Sostanzialmente:

Sitting is the new smoking

avvertono gli studiosi in relazione alla salute generale.

Le motivazioni dello studio partono dal fatto che vi è ancora poca conoscenza riguardo i rapporti tra comportamento sedentario e rischio di demenza, in contrasto all’enorme mole di documentazione riguardante i benefici dellattività fisica: parliamo ad esempio di prevenzione dellAlzheimer, e in generale della salvaguardia della nostra struttura cerebrale nel corso degli anni.

Uno studio sui benefici dell’attività fisica e i problemi provocati dalla sedentarietà

Sono stati scelti 35 adulti (25 donne e 10 uomini) di età non inferiore ai 45 anni, senza disturbi depressivi o ansiogeni, e in cui non è stata riscontrata alcuna forma di demenza.

I risultati dello studio sembrano essere abbastanza chiari: addirittura, appare molto marcata la correlazione tra attività sedentaria e riduzione dello spessore del MLT. Evitare il più possibile la sedentarietà potrebbe dunque aumentare la capacità cerebrale in adulti di mezza età, e prevenire anche altre disfunzioni come l’innalzamento dell’indice glicemico.

Il tema è d’attualità: passiamo tutti molto tempo davanti ad un computer, che – per fortuna e purtroppo, ci permette di lavorare, comunicare e acquistare beni e servizi senza neanche alzarci dal divano.

Si tratta di uno studio preliminare: ulteriori indagini andranno fatte, anche per determinare se il tipo di attività sedentaria che si conduce ha una qualche rilevanza: c’è infatti molta differenza tra lo stare seduti a guardare più o meno passivamente uno schermo, con il fare invece un cruciverba o leggere un libro, attività più stimolanti per il cervello.

In sostanza però, ad un corpo inattivo corrisponde una mente inattiva e poco flessibile: puoi seguire i suggerimenti di Susanna Cesarini, membro del team Y-C, che sul blog di Guryou ha dedicato alcuni riflessioni su questo tema: leggi qui per iniziare.

Alessia Tanzi – Giacomo Ciampoli