Qual è il confine tra stress e burn out?

E’ dalla rivista degli Alumni HEC, Hommes et Commerce # 366 – Mai-Juin 2015 che arriva uno dei rari articoli ben fatti sul tema del Burn Out, che purtroppo è un forte crescita e rimane per certi versi spesso argomento tabù in azienda.

Eppure, è stato per la prima volta studiato negli anni ’70 dallo psichiatra Herbert Freudenberger, riferito al settore della sanità.

Si tratta di un fenomeno “insidioso, che può colpire anche i più esperti“.

Alcune testimonianze ed interviste a professionisti del settore raccontano come questo fenomeno così invalidante, che può richiedere anche più di un anno per uscirne, possa essere sottovalutato, proprio perché le prime avvisaglie sono legate a sintomi dello stress che purtroppo sono frequenti.

Eppure, ben il 24% dei manager considera di essere a rischio Burn Out (il dato credo sia riferito alla Francia).

Quali sono i segnali del Burn Out?

Si consiglia di cominciare ad agire se si osserva nella persona:

– un cambiamento di comportamento netto e duraturo

– più segni di esaurimento, emotivi (irritabilità, pessimismo, perdita di fiducia), cognitivi (difficoltà di concentrazione, indecisione, alterazione della qualità del lavoro), fisici (fatica, mal di testa, cambiamenti di peso), motivazionali

– la sparizione improvvisa di tutti i sintomi sopra citati, è in quel momento che è urgente intervenire.

Naturalmente in tal caso bisogna rivolgersi a strutture e medici/psichiatri specializzati in fenomeni come quello del Burn Out. Grazie ad un lavoro sulla consapevolezza e/o lavorando attivamente per la prevenzione non è necessario arrivare a quel punto per occuparsene. Ci sono diverse strade, tra le quali naturalmente lo Yoga e la Meditazione, per lavorare attivamente sulla prevenzione, che significa lavorare attivamente per il proprio benessere ed efficacia personale e professionale.

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Alessia Tanzi